Il Rapporto EDPB del 4 novembre 2024 (premere qui per leggere) offre un’analisi approfondita della prima revisione del Data Privacy Framework (DPF) tra Unione Europea e Stati Uniti. Come ci ha illustrato bene l’Avv. Nicola Nappi nel suo contributo pubblicato sull’Italian Legal Tech Report (premere qui per leggere) Questo schema mira a garantire la protezione adeguata dei dati personali trasferiti dagli Stati membri alle organizzazioni certificate negli USA. Esamineremo i principali aspetti affrontati dall’EDPB, le criticità emerse e le raccomandazioni formulate.
Il contesto normativo e l’evoluzione del DPF
Il DPF sostituisce il precedente Privacy Shield, invalidato dalla Corte di Giustizia dell’UE nel caso Schrems II per l’insufficienza delle tutele nei confronti degli accessi governativi ai dati personali. La nuova struttura si fonda sull’Executive Order 14086, che introduce principi di necessità e proporzionalità nelle attività di intelligence statunitensi e prevede un meccanismo di ricorso per gli interessati.
La revisione periodica, condotta nel luglio 2024 a Washington D.C., ha valutato sia gli aspetti commerciali che quelli relativi agli accessi da parte delle autorità pubbliche USA ai dati personali trasferiti.
Punti di forza evidenziati dall’EDPB
- Iniziative del Dipartimento del Commercio USA (DoC):
- sviluppo di un processo di autocertificazione per le aziende;
- aggiornamenti normativi e sensibilizzazione delle imprese;
- creazione di un sistema multilivello di risoluzione delle controversie, inclusi meccanismi di arbitrato indipendenti.
- Nuove tutele contro gli abusi:
- l’istituzione del Data Protection Review Court (DPRC), un organismo indipendente con giudici esperti in privacy e sicurezza nazionale;
- meccanismi di revisione periodica a cura del Privacy and Civil Liberties Oversight Board (PCLOB).
Criticità individuate
1. Carenze nel monitoraggio proattivo del rispetto delle regole: nonostante le certificazioni in aumento, l’EDPB ha osservato un numero estremamente basso di reclami da parte di individui europei. Questo evidenzia che i controlli ex officio da parte delle autorità statunitensi sono ancora insufficienti per garantire la piena conformità delle organizzazioni certificate.
2. Difficoltà nell’applicazione pratica dei principi di necessità e proporzionalità: il rapporto rileva che, sebbene le agenzie di intelligence statunitensi abbiano aggiornato le loro procedure interne, mancano esempi concreti che dimostrino come tali principi siano stati effettivamente implementati.
3. Ambiguità giuridiche nella sorveglianza di massa: la mancanza di un’autorizzazione preventiva da parte di un’autorità indipendente per la raccolta massiva di dati resta una lacuna significativa, non conforme agli standard europei.
4. Modifiche alla Section 702 FISA: la ridefinizione del termine “electronic communication service provider” amplifica le preoccupazioni circa l’accessibilità dei dati personali da parte delle autorità statunitensi. Tale ampliamento potrebbe includere molteplici categorie di aziende, aumentando il rischio di raccolta indiscriminata.
Raccomandazioni chiave
- Migliorare i controlli e le indagini proattive: l’EDPB incoraggia il Dipartimento del Commercio e la Federal Trade Commission (FTC) a incrementare le ispezioni automatizzate e individuali sulle organizzazioni certificate.
- Monitorare l’applicazione dei principi fondamentali: l’EDPB raccomanda alla Commissione Europea di supervisionare l’effettiva attuazione dei principi di necessità e proporzionalità nelle attività di intelligence, con particolare attenzione ai possibili aggiornamenti degli obiettivi legittimi di sorveglianza.
- Definire chiaramente le garanzie legali: è cruciale che le modifiche alla Section 702 FISA siano accompagnate da norme chiare, precise e accessibili, per tutelare sia i diritti degli individui che la trasparenza per le aziende coinvolte.
Implicazioni per le organizzazioni europee
Le imprese che trasferiscono dati personali verso gli Stati Uniti devono adottare una due diligence rigorosa per garantire che i dati siano trattati in conformità ai principi del GDPR e alle linee guida del DPF. Il mancato rispetto delle norme può comportare sanzioni e danni reputazionali significativi.
Conclusioni
Il rapporto dell’EDPB sottolinea l’importanza di un monitoraggio continuo e di una cooperazione rafforzata tra UE e USA. Sebbene il DPF rappresenti un passo avanti rispetto al Privacy Shield, restano necessarie ulteriori misure per garantire una tutela equivalente a quella prevista dal GDPR. La protezione dei dati transatlantica, infatti, è una questione non solo di conformità normativa ma anche di fiducia tra le parti coinvolte.
Daniele Giordano
Ultimi post di Daniele Giordano (vedi tutti)
- Protezione dei Dati e Gig Economy: Analisi del Provvedimento del Garante n. 675/2024 su Foodinho e Glovo - Novembre 22, 2024
- Verso una regolamentazione consapevole: analisi del Codice di Buone Pratiche sull’intelligenza artificiale generale - Novembre 15, 2024
- La Direttiva (UE) 2024/2831: un passo avanti per le condizioni di lavoro sulle piattaforme digitali - Novembre 12, 2024
- Domicilio digitale e notifiche telematiche: l’ordinanza n. 28532/2024 della Corte di Cassazione - Novembre 7, 2024
- Il nuovo quadro di protezione dati UE-USA: valutazione critica del rapporto dell’EDPB del 4 novembre 2024 - Novembre 5, 2024