In un precedente articolo (premere qui per leggerlo) si è detto che in letteratura il suffisso “e-” anteposto ad una specifica parola sta ad indicare l’utilizzo di risorse elettroniche (electronic) o meglio ancora informatiche o telematiche utilizzate per porre in essere l’attività indicata dalla parola normalmente usata in un contesto analogico. Si pensi ad esempio al termine “e-mail”, entrato ormai nell’uso quotidiano, la cui traduzione letterale è appunto “posta elettronica”.
Sempre in letteratura, con il termine “governance” si intende la cooperazione di più attori (governo e opposizione) nel sospingere le politiche strategiche di buon governo in un territorio.
Nel Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo viene data questa definizione di governance
l’esercizio dell’autorità politica, economica, ed amministrativa nella gestione degli affari di un Paese ad ogni livello”.
Ebbene, con il termine “e-Governance” ci si riferisce allora all’utilizzo degli strumenti informatici e telematici per facilitare l’attività di buon governo.
Quindi, mentre con l’ e-Government si vanno ad automatizzare quelle procedure largamente di carattere amministrativo (potremmo dire a livello tattico) attuando politiche derivanti da strategie già decise in sede deliberativa, con l’e-Governance si usano un insieme di soluzioni informatiche e telematiche al fine di migliorare il dibattito democratico su come governare (quindi a livello strategico) agevolando la partecipazione attiva di tutti gli attori socio-economici del territorio in cui opera la Pubblica Amministrazione.
Un aspetto dell’e-Governance che merita attenzione è sicuramente quello della e-Democracy termine con il quale ci si riferisce all’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione per migliorare la partecipazione dei cittadini ai processi democratici, ampliare la loro capacità di espressione e di controllo sull’agire delle istituzioni pubbliche e consentire loro una partecipazione più diretta e trasparente alla vita politica, migliorando così l’accesso alle informazioni pubbliche.
La e-Democracy include a sua volta i concetti di e-voting e di e-partecipation.
Quanto al voto elettronico, esso ha lo scopo di semplificare il processo di voto, ridurre i tempi di conteggio dei voti e migliorare l’accuratezza dell’elaborazione dei risultati.
Vi è da dire che nonostante gli indiscussi vantaggi di tale sistema (si pensi ad esempio all’accessibilità del voto per i cittadini con disabilità o che si trovano in altre situazioni che li rendono impossibilitati a votare di persona) tuttavia, esso è stato oggetto di dibattito e critica a causa dei problemi di sicurezza che possono essere associati ai sistemi elettronici. In particolare, ci sono preoccupazioni riguardo alla possibilità di manipolazione del voto elettronico e alla mancanza di trasparenza e controllo da parte dei cittadini sul processo di conteggio dei voti.
Per questi motivi, l’uso dell’e-voting è regolamentato da leggi specifiche e richiede una progettazione e implementazione molto attenta per garantire la sicurezza, la trasparenza e l’affidabilità del sistema di voto elettronico. Uno dei primi paesi al mondo ad aver introdotto il voto elettronico a livello nazionale è stato l’Estonia, nel 2005, utilizzando una combinazione di votazione on-line e macchine per il voto elettronico. L’India ha introdotto il voto elettronico per le elezioni parlamentari nel 2004, e ne ha successivamente ampliato l’uso anche per le elezioni locali e statali. Il Brasile ha utilizzato il voto elettronico per tutte le elezioni nazionali già dal 2000, utilizzando macchine per il voto elettronico con sistema di crittografia per garantire la sicurezza e l’affidabilità del processo di voto. Mentre invece negli Stati Uniti, in Belgio e in Svizzera il voto elettronico è stato sperimentato e provato in occasione di alcune elezioni locali (in Belgio anche nazionali), ma è stato oggetto di controversie riguardanti la sicurezza e l’affidabilità del sistema che hanno portato all’abbandono dell’uso.
Quanto invece alla e-partecipation essa ha lo scopo di coinvolgere gli attori presenti nel territorio e non alla formazione delle politiche locali, nazionali e sovranazionali attraverso l’uso di piattaforme di discussione on-line, referendum digitali, petizioni elettroniche e altri strumenti che consentono ai cittadini di esprimere le loro opinioni, monitorare l’operato dei rappresentanti pubblici e partecipare attivamente ai processi decisionali.
L’e-Democracy è quindi un approccio innovativo che può contribuire a creare una democrazia più partecipativa e inclusiva, fornendo ai cittadini uno strumento di espressione e controllo sulla propria rappresentanza politica.
Nicola Nappi
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