La responsabilità della banca nei casi di operazioni telematiche: pronuncia recente della Corte di Cassazione

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In tema di responsabilità della banca, ovvero dell’erogatore del corrispondente servizio, in caso di operazioni effettuate a mezzo di strumenti elettronici, anche al fine di garantire la fiducia degli utenti nella sicurezza del sistema (il che rappresenta interesse degli stessi operatori), è del tutto ragionevole ricondurre nell’area del rischio professionale del prestatore dei servizi di pagamento – prevedibile ed evitabile con appropriate misure destinate a verificare la riconducibilità delle operazioni alla volontà del cliente – la possibilità di un’utilizzazione dei codici di accesso al sistema da parte dei terzi, non attribuibile al dolo del titolare o a comportamenti talmente incauti da non poter essere fronteggiati in anticipo: ne consegue che, anche prima dell’entrata in vigore del D.Lgs. n. 11 del 2010, attuativo della Dir. n. 2007/64/CE relativa ai servizi di pagamento nel mercato interno, l’erogatore di servizi, cui è richiesta una diligenza di natura tecnica, da valutarsi con il parametro dell’accorto banchiere, è tenuto a fornire la prova della riconducibilità dell’operazione al cliente”.

Questo è il principio espresso dalla Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 13204 del 15 maggio 2023.

Secondo la Corte, dunque, è ragionevole attribuire al prestatore dei servizi di pagamento la responsabilità professionale per le operazioni non riconducibili alla volontà del cliente, dovute a un utilizzo dei codici di accesso da parte di terzi, purché tali situazioni siano prevedibili ed evitabili tramite adeguate misure di verifica.

La Corte ha accolto il ricorso di un cliente che contestava addebiti sul proprio conto corrente derivanti da prelievi abusivi effettuati telematicamente da persone sconosciute. La Corte ha ritenuto che spettasse al prestatore del servizio di pagamento provare la riconducibilità dell’operazione al cliente e che la Corte territoriale avesse violato la regola di riparto dell’onere della prova.

Di conseguenza, la decisione è stata annullata e la controversia è stata rinviata alla Corte di appello per una nuova sentenza, tenendo conto del principio espresso dalla Corte di Cassazione.

Questo principio sottolinea l’importanza della diligenza tecnica richiesta ai prestatori di servizi di pagamento, che devono dimostrare la riconducibilità delle operazioni al cliente. Tale pronuncia contribuisce a garantire la fiducia degli utenti nella sicurezza del sistema e conferma la responsabilità del prestatore nel contesto delle operazioni telematiche.

Per approfondimenti:

- Cass. Civ., ord. n. 13204 del 15 maggio 2023