Aniello Peluso

*Avvocato, LL.M. in Diritto delle locazioni e del Condominio, Amministratore di condomini e supercondomini

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Il diritto condominiale tra vincoli pertinenziali e presunzione di comunione

L’ordinanza n. 30025/2024 della Corte di Cassazione, pubblicata ieri, si colloca nel solco della giurisprudenza in tema di diritto condominiale, affrontando la delicata questione della presunzione di condominialità dei beni comuni e della sua possibile superabilità tramite titoli contrari. La pronuncia, oggetto del presente approfondimento, si segnala per aver delineato con precisione i requisiti necessari

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Sulla validità della convocazione dell’assemblea condominiale tramite Whatsapp?

Il Tribunale di Avellino, con la sentenza n. 1705 dell’8 ottobre 2024, ha affrontato una tematica fondamentale in ambito condominiale: la legittimità delle convocazioni assembleari e le implicazioni delle modalità di comunicazione utilizzate. Il provvedimento offre un’interessante interpretazione sui limiti e sull’efficacia della digitalizzazione delle comunicazioni condominiali, sancendo importanti principi di diritto e puntualizzando gli

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Il limite di tollerabilità delle immissioni rumorose è relativo alla situazione ambientale

Nei rapporti tra privati il limite di tollerabilità delle immissioni rumorose non è mai assoluto, ma relativo alla situazione ambientale, variabile da luogo a luogo, secondo le caratteristiche della zona e le abitudini degli abitanti, e non può prescindere dalla rumorosità di fondo, sicchè la valutazione ex art.844 c.c. diretta a stabilire se i rumori restino

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Il condomino può installare una canna fumaria in appoggio al muro perimetrale comune dell’edificio purché non ne risulti alterata la destinazione o pregiudicato il pari uso

Il conduttore può, al pari del suo dante causa, liberamente godere ed eventualmente modificare le parti comuni dell’edificio, purché in funzione del godimento o del miglior godimento dell’unità immobiliare oggetto della locazione e purché non risulti alterata la destinazione di dette parti, né pregiudicato il pari suo uso da parte degli altri condomini (Cass. 14529/2021; Cass.

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Valido il regolamento condominiale che sottopone al parere dell’assemblea gli interventi del singolo che possono ledere l’estetica

Allorché una clausola del regolamento di condominio, di natura convenzionale, obblighi i condomini a richiedere il parere vincolante della assemblea per l’esecuzione di opere che possano pregiudicare il decoro architettonico dell’edificio, la deliberazione che deneghi al singolo partecipante il consenso all’intervento progettato, ritenendo lo stesso lesivo della estetica del complesso, può essere oggetto del sindacato

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Legittimazione processuale attiva dell’amministratore del Condominio a proporre la lite: il giudice deve verificare che la delibera autorizzativa sia stata adottata con la maggioranza qualificata di cui all’art. 1136 c.c.

Alcuni condomini hanno proposto ricorso per Cassazione contestando la legittimazione processuale attiva dell’amministratore a proporre l’azione giudiziale, che si fonda su due distinte argomentazioni: da un lato, la ricorrenza di un’azione con mera finalità conservativa, che non avrebbe richiesto l’autorizzazione dell’assemblea; dall’altro, l’esistenza di un mandato dell’assemblea a proporre l’azione. Ai fini della verifica della

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Modifiche alla cosa comune e innovazioni: per quali è richiesta la delibera assembleare?

La Suprema Corte, nell’ordinanza del 13 dicembre 2022 n. 36389, che si riporta di seguito, relativa ad un caso avente ad oggetto l’apertura di un terrazzo sul tetto condominiale, ha enunciato importanti principi in tema di modifiche della cosa comune con riferimento al necessario intervento dell’assemblea, differenziando le modifiche per miglior godimento dalle innovazioni.

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La domanda di demolizione va proposta nei confronti di tutti i comproprietari

La domanda di demolizione veniva proposta nei confronti del solo marito. La moglie, con opposizione di terzo, denunciava la sua erronea esclusione dal giudizio pur essendo comproprietaria. La Suprema Corte, a definizione della controversia, ricorda un importante principio in tema di litisconsorzio necessario. 

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RITO SOMMARIO DI COGNIZIONE: il termine per l’impugnazione dell’ordinanza decorre dalla comunicazione o dalla notifica e non dalla lettura in udienza

Nelle controversie regolate dal rito sommario, il termine di trenta giorni per l’impugnazione dell’ordinanza ai sensi dell’art. 702 quater c.p.c. decorre, per la parte costituita, dalla sua comunicazione o notificazione e non dal giorno in cui essa sia stata eventualmente pronunciata e letta in udienza, secondo la previsione dell’art. 281 sexies c.p.c. e che, in

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error: Misure tecnologiche di protezione attive ex art. 11 WIPO Copyright Treaty, §1201 del DMCA, art. 6, dir. 29/2001/CE, art. 102-quater, l. 22 aprile 1941, n. 633, art. 171-ter, l. 22 aprile 1941, n. 633.