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Il cyberbullismo è un fenomeno aggressivo e dannoso che si manifesta attraverso l’uso di strumenti informatici per perpetrare comportamenti ostili e ripetuti. Esistono diverse tipologie di condotte socialmente tipiche associate al cyberbullismo, le quali possono generare gravi conseguenze psicologiche sulla vittima, causando sensazioni di solitudine, depressione e bassa autostima.
Del fenomeno si è diffusamente detto nel numero 73 (3-2023) di Ciberspazio e diritto (premere qui per saperne di più), scopo di questo breve contributo è quello di mettere in evidenza modalità e strategie per affrontare e prevenire, laddove possibile, tale fastidioso fenomeno.
Quali sono le cinque diverse tipologie di condotte socialmente tipiche associate al cyberbullismo?
Le cinque diverse tipologie di condotte socialmente tipiche associate al cyberbullismo sono:
- Flaming: diffusione di messaggi elettronici caratterizzati da un tono aggressivo, violento, volgare e denigratorio, mirati a danneggiare un soggetto più vulnerabile.
- Cyberstalking: persecuzione persistente di una vittima attraverso canali informatici o telematici come telefonate, e-mail, messaggi, ecc.
- Denigration: diffusione informatica o telematica di notizie, fotografie o video, veri o anche artefatti, riguardanti comportamenti o situazioni imbarazzanti che coinvolgono la vittima, con il chiaro intento di danneggiare l’altrui immagine, offendere l’altrui reputazione o violare in qualche modo l’altrui riservatezza.
- Impersonation: utilizzo delle credenziali del profilo di identità digitale della vittima per causare danni o imbarazzo, tramite l’invio di messaggi o la pubblicazione di contenuti inappropriati, fingendo che provengano direttamente dalla vittima stessa.
- Outing and trickery: ricezione o detenzione di dati o immagini intime, potenzialmente diffamatori, della vittima, che possono essere ottenuti direttamente dalla stessa vittima o realizzati con il suo consenso, ma pubblicati senza il suo consenso attraverso reti informatiche come chat e social network, rendendole così visibili ad un pubblico di ampie dimensioni.
Quali sono le conseguenze e come possiamo proteggere noi stessi e gli altri dal cyberbullismo?
Il cyberbullismo può avere diverse e gravi conseguenze psicologiche sulle vittime, tra cui ansia e depressione, causate dallo stress e dell’isolamento sociale, bassa autostima, facendo sentire le vittime inadeguate e indesiderabili, disturbi del sonno, e più in generale problemi di salute fisica come mal di testa, nausea e disturbi gastrointestinali.
Per proteggere noi stessi e gli altri dal cyberbullismo, potrebbe essere utile adottare diverse misure preventive e reattive.
Innanzitutto è opportuno promuovere la consapevolezza e l’educazione sulle implicazioni del cyberbullismo, sia tra i giovani che tra gli adulti, e questo al fine di favorire una comprensione più approfondita del fenomeno e delle sue conseguenze. Poi è senz’altro importante promuovere l’uso responsabile della tecnologia e incoraggiare comportamenti on-line positivi, come il rispetto degli altri e la “gentilezza digitale” ma soprattutto incoraggiare l’uso sicuro e consapevole dei social media e delle piattaforme on-line in genere.
Da un punto di vista pratico, poi, ci pare opportuna la creazione e promozione di politiche e procedure per affrontare il cyberbullismo, sia a livello scolastico che in altri contesti sociali, che prevedano metodi per incoraggiare le vittime a segnalare tempestivamente i fenomeni di cyberbullismo e fornire loro supporto emotivo e pratico per aiutarle a superare le conseguenze negative dell’esperienza.
Ciò che però non può assolutamente mancare è una sana collaborazione tra i soggetti coinvolti: coinvolgere genitori, insegnanti, professionisti della salute mentale e operatori delle piattaforme on-line nella prevenzione e nell’affrontare il cyberbullismo, promuovendo una collaborazione multi-stakeholder per affrontare il problema in modo efficace.
E’ implementando queste misure che possiamo contribuire a proteggere noi stessi e gli altri dal cyberbullismo e a creare un ambiente on-line più sicuro e rispettoso.
Conclusioni
Il cyberbullismo può assumere diverse forme, i cyberbulli possono, ad esempio, creare gruppi privati escludendo intenzionalmente la vittima, oppure possono scegliere di includere la vittima nel gruppo ma di ignorare deliberatamente i contributi da essa prodotti o addirittura di boicottare e non rispondere alle sue interazioni, con il precipuo obiettivo di isolare emotivamente l’individuo. O, ancora, i cyberbulli possono anche etichettare la vittima con epiteti diffamatori o attribuirle caratteristiche negative, contribuendo così a isolare la persona dagli altri membri della comunità.
Tali comportamenti comportano gravi conseguenze psicologiche sulla vittima, causando sensazioni di solitudine, depressione e bassa autostima. E questa forma di esclusione sociale on-line può essere particolarmente dannosa perché avviene in un contesto in cui le interazioni sono invece sempre più spesso centrali per il benessere emotivo e la formazione di connessioni sociali.
Per approfondire:
- B. BELSEY, Cyberbulling: an emerging threat to the “always on” generation, in Internet all’indirizzo https://www.cyberbullying.ca/, 2005.
- N. E. WILLARD, Cyberbullying and Cyberthreats: Responding to the Challenge of Online Social Aggression, Threats and Distress, Research Press, 2007.
- P.K. SMITH, Ciberbullying: its nature and impact in secondary school pupils, in Journal of Child Psychology and Psychiatry, 49, 2008.
- M. MALIZIA, Dalla devianza alla criminalità mediatica, in AA. VV., I minori e gli adulti nell’era della comunicazione mediatica, Torino, 2016.
- E. MARIANI, D. SCAGLIONE, I comportamenti prevaricatori e violenti tra coetanei: dalla rappresentazione all’intervento, in Cass. pen., 11, 2008.
- RIGOBELLO e GAMBA, Disforia di genere in età evolutiva. Sostenere la ricerca dell’identità di genere nell’infanzia e nell’adolescenza, Milano, 2016.
- G. LEMBO, Bullismo e cyberbullismo dopo la l. 29 maggio 2017, n. 71, Rimini, 2017.
- S. STANCO, Cyberbullismo, in G. ZICCARDI, P. PERRI (a cura di), Dizionario Legal tech, Milano, 2020;
- YBARRA e MITCHELL, Online aggressor/targets, aggressors and targets: a comparison of associated youth characteristics, in Journal of child Psychology and Psychiatry, 2004, 45(7).
- R. BOCCHINI e M. MONTANARI, Le nuove disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyberbullismo, in NLCC, 2/2018.
- N. NAPPI, Minori e dritto all'oblio: la normativa sul cyberbullismo e il ruolo del Garante per la protezione dei dati personali, in Ciberspazio e Diritto, 3/2023.
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*Giurista, Master Universitario di II° livello in Informatica Giuridica, nuove tecnologie e diritto dell'informatica, Master Universitario di I° livello in Diritto delle Nuove Tecnologie ed Informatica Giuridica, Corso di Specializzazione Universitario in Regulatory Compliance, Corso di Specializzazione Universitario in European Business Law, Corso di Perfezionamento Universitario in Criminalità Informatica e Investigazioni digitali - Le procedure di investigazione e di rimozione dei
contenuti digitali, Corso di Perfezionamento Universitario in Criminalità Informatica e Investigazioni digitali - Intelligenza Artificiale, attacchi, crimini informatici, investigazioni e aspetti etico-sociali, Master Data Protection Officer, Consulente esperto qualificato nell’ambito del trattamento dei dati.
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