La Banca d’Italia ha recentemente pubblicato un documento intitolato “Riciclaggio e blockchain: si può seguire la traccia nel mondo cripto?” con il quale si evidenzia come l’innovazione tecnologica abbia ridefinito le modalità di occultamento e reinvestimento dei proventi illeciti. La blockchain, pilastro delle criptoattività, offre nuove opportunità per il trasferimento di valore, ma introduce anche sfide significative per il contrasto al riciclaggio di denaro.
Blockchain e criptoattività: la nuova frontiera del riciclaggio
Il documento analizza come la blockchain e le criptoattività possano facilitare operazioni di riciclaggio, grazie a caratteristiche quali l’anonimato, la decentralizzazione e la velocità di trasferimento. Tre sono le fasi del riciclaggio tradizionale che si riproducono anche nel contesto cripto:
- piazzamento (placement): Conversione di denaro sporco in criptoattività attraverso exchange centralizzati (CEX), ATM per criptovalute o broker OTC;
- stratificazione (layering): Utilizzo di mixer, privacy coin e tecniche di chain-hopping per dissimulare l’origine dei fondi;
- integrazione (integration): Riconversione delle criptoattività in valuta tradizionale o in beni di valore.
Decentralized Finance (DeFi): l’assenza di intermediari come rischio
La finanza decentralizzata (DeFi) si configura come un’area particolarmente critica per l’anti-riciclaggio. L’assenza di intermediari e l’uso di smart contract permettono operazioni anonime e difficilmente tracciabili. I soggetti obbligati tradizionali non operano nel paradigma DeFi, rendendo difficile l’applicazione dei presidi antiriciclaggio.
Tecniche di offuscamento: mixer e privacy coin
I mixer, sia centralizzati che decentralizzati, rappresentano strumenti chiave per offuscare la tracciabilità delle transazioni, consentendo di “mescolare” criptoattività di diversi utenti e restituirle ad indirizzi nuovi. Monero e Zcash sono esempi di privacy coin che celano l’identità degli utenti e rendono le transazioni non tracciabili.
Il ruolo della normativa e delle autorità di vigilanza
L’Italia, recependo la V Direttiva Antiriciclaggio, ha incluso i prestatori di servizi in criptoattività tra i soggetti obbligati. Tuttavia, la regolamentazione europea sta evolvendo con il Regolamento MiCA per garantire un quadro uniforme e maggiori poteri di vigilanza. La creazione di registri nazionali, come quello tenuto dall’OAM, rappresenta un passo importante per il monitoraggio degli operatori.
Prospettive tecnologiche: self-sovereign identity e zero-knowledge proof
Soluzioni tecnologiche come la Self-Sovereign Identity (SSI) e le Zero-Knowledge Proof (ZKP) potrebbero consentire un’identificazione sicura e selettiva degli utenti, bilanciando la privacy con la necessità di contrastare il riciclaggio. Queste tecnologie permettono di dimostrare attributi (es. maggiore età) senza rivelare dati personali.
Conclusioni
Il documento della Banca d’Italia evidenzia che, sebbene la blockchain offra strumenti di trasparenza e tracciabilità, essa presenta sfide senza precedenti per l’anti-riciclaggio. La collaborazione tra istituzioni finanziarie, autorità di vigilanza e operatori del settore tecnologico sarà cruciale per sviluppare strumenti di contrasto efficaci, mantenendo al contempo la competitività del settore cripto.
Sara Romano
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