Il termine “government” in letteratura significa “gestione del governo” ed è associato abitualmente alla gestione della amministrazione.
Il suffisso “e-“, sempre in letteratura, sta ad indicare l’utilizzo di risorse elettroniche (electronic) o meglio ancora informatiche o telematiche. Si pensi al termine “e-mail”, entrato ormai nell’uso quotidiano, la cui traduzione letterale è appunto “posta elettronica”.
Con l’espressione “e-Government” allora, ci si riferisce abitualmente all’utilizzo degli strumenti informatici e telematici finalizzati a migliorare la gestione interna ed esterna della pubblica amministrazione nonché favorire l’erogazione di servizi ed informazioni ai cittadini e alle imprese.
Il primo esempio che può annoverarsi in tale ambito è sicuramente il sito della Casa Bianca, lanciato dall’amministrazione Clinton-Gore il 21 ottobre 1994, che rappresenta infatti il primo caso di sito web di un governo. A seguire l’e-Government è divenuto oggetto di politiche specifiche di numerosi stati europei ed asiatici, e di politiche condivise anche a livello eurounitario (si pensi alla Strategia per il Mercato Unico Digitale o al Piano d’Azione per l’e-Government). Le strategie di e-Government sono inoltre sostenute dalle Nazioni Unite, quale strumento per la realizzazione dei Sustainable Development Goals.
L’avvento di Internet, quindi, ha accelerato un processo che era però già in corso da circa un ventennio cioè quello della e-administration (l’informatizzazione della pubblica amministrazione) ossia l’automatizzazione dei sistemi informativi interni della P.A., direzionandolo però verso l’esterno.
Nel 2003, la Commissione Europea nella sua comunicazione (COM(2003) 567 del 26/09/2003) al Consiglio, all’Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeo (EESC) e al Comitato delle regioni ha fornito una definizione precisa di e-Government:
e-Government is the use of information and communication technologies in public administation, combined with organizational change and new skills in order to improve public services and democratic processes and strengthen support to public policies“.
Il concetto dunque si arricchisce di significati che superano la semplicistica definizione di “applicazione della tecnologia alla P.A.” ma coinvolge altri importanti fattori in un’ottica, potremmo dire, olistica.
Per e-Government s’intendono quindi tutti quei processi di digitalizzazione o informatizzazione della P.A. che impongono di analizzare i processi amministrativi, per comprenderli, razionalizzarli e infine informatizzarli con un approccio tanto tecnologico quanto giuridico tale per cui il passaggio dall’analogico al digitale sia il frutto della commistione di entrambi gli approcci.
Si parte quindi dall’attenta analisi dei processi interni ed esterni delle proprie attività per ristrutturarle completamente dal punto di vista procedurale, organizzativo e normativo. Si procede poi con l’identificazione di quelle fonti della conoscenza come i processi, le norme e le best practices, per arrivare poi ad una vera e propria reingenierizzazione dei processi organizzativi interni ed esterni e ad una rimodellazione dei flussi di lavoro e dei flussi documentali.
Sebbene, come detto, si tratti di un processo che richiede competenze trasversali e che non può trovare soluzioni che non siano precedute da fasi di analisi e organizzazioni complesse, l’obbiettivo dichiarato dell’e-Government è quello della semplificazione dell’attività amministrativa in un’ottica di assoluta efficienza.
Tale processo di digitalizzazione rende quindi necessario il ricorso a tecnologie in grado di favorire e sostenere gli obbiettivi di innovazione e crescita economica perseguiti, quali:
- l’interoperabilità dei sistemi: che rende possibile la comunicazione e lo scambio di conoscenze all’interno della stessa P.A. ma anche nei rapporti con altre PP.AA.;
- la dematerializzazione dei dati e dei documenti: com’è facilmente intuibile, in un’ottica di digitalizzazione è tanto imprescindibile quanto conveniente procedere alla trasformazione dei documenti analogici in documenti digitali;
- l’uso di infrastrutture, servizi e piattaforme abilitanti: non solo i dati, intesi come l’insieme delle informazioni del settore pubblico, devono essere disponibili in formato digitale, ma anche l’accesso ai servizi pubblici (si pensi allo spid, o al cloud, ad esempio) e l’accesso alle informazioni stesse deve poter avvenire mediante infrastrutture e piattaforme digitali (si pensi alla fatturazione elettronica), che rendono il contatto con la P.A. un’esperienza semplice, rapida ed intuitiva.
In Italia le norme riguardanti l’informatizzazione della P.A. sono state raccolte nel Codice dell’Amministrazione Digitale all’interno del quale vi è la c.d. Carta della Cittadinanza Digitale, nella quale sono riconosciuti i diritti degli individui e delle imprese a partecipare al procedimento amministrativo mediante strumenti informatici, e di fruire dei servizi pubblici ed effettuare i pagamenti alla P.A. con modalità informatiche semplici (si pensi a PagoPA).
Vi è poi il Piano triennale (che non è triennale, come si è già detto in un precedente articolo) per l’informatizzazione della P.A. predisposto dall’Agenzia per l’Italia Digitale che fissando alcuni principi come quello del “digital by default” impone alla P.A. di utilizzare gli strumenti informatici e telematici per la realizzazione degli obiettivi di efficienza, efficacia, economicità, imparzialità, trasparenza, semplificazione e partecipazione, nel rispetto dei principi di uguaglianza e di non discriminazione.
La digitalizzazione della pubblica amministrazione attraverso l’e-Government rappresenta quindi una sfida importante per ogni Paese, in quanto richiede la revisione e l’ottimizzazione di processi interni ed esterni, nonché la formazione di competenze trasversali e il ricorso a tecnologie adeguate.
Del resto, a livello internazionale è ormai universalmente riconosciuto che la diffusione on-line dei servizi pubblici funga da leva per la diffusione dell’innovazione con modalità sostenibili ed inclusive a beneficio della collettività. L‘e-Government, infatti, può portare a numerosi vantaggi, come una maggiore efficienza e trasparenza, una semplificazione dell’accesso ai servizi pubblici e una maggiore partecipazione dei cittadini alla vita politica.
Sebbene può sembrare non prioritario, in un contesto nel quale purtroppo i problemi sono vari e ingenti, l’investimento nella digitalizzazione della pubblica amministrazione può invece rappresentare una grandissima opportunità per migliorare la qualità dei servizi offerti ai cittadini, e quindi le loro vite, e soprattutto per aumentare la competitività del Paese.
Nicola Nappi
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